Considerati i recenti sviluppi, in qualità di organizzatore di eventi potresti chiederti in che modo la guerra in Ucraina e le conseguenti sanzioni contro la Russia influenzeranno i tuoi eventi e il settore degli eventi italiano in generale.
Considerata la portata delle misure adottate da diversi Paesi europei, tra cui l’Italia, è impossibile immaginare che il settore fieristico possa rimanere indenne. Adattarsi a un inevitabile ridimensionamento sarà necessario per un settore già profondamente colpito e messo a dura prova dalla pandemia.
Organizzare eventi su larga scala richiede ora una risposta di pari peso. Ma prima, esaminiamo le potenziali conseguenze di questa crisi per gli eventi in Italia e, di conseguenza, per la vostra organizzazione.
Guerra e materie prime
Una delle sfide più immediate è l’aumento dei prezzi del carburante e delle materie prime.
Questa impennata incide sulla capacità finanziaria di alcuni espositori. Considerate inoltre l’impatto sui costi di trasporto e logistica, sia a breve che a lungo termine, per i vostri partecipanti. Questa situazione potrebbe rappresentare un’opportunità per concentrarsi su eventi di dimensioni più ridotte?
“Russofobia” del dopoguerra
Un’altra sfida è l’aumento di quella che alcuni definiscono “russofobia”. Molti consumatori stanno ora evitando prodotti o servizi anche lontanamente legati alla Russia a causa dei recenti eventi in Ucraina.
Questi pregiudizi possono influenzare il comportamento e la percezione dei partecipanti, costringendoti a riconsiderare la struttura dell’evento e ad analizzare attentamente le esigenze del cliente, soprattutto se operi a livello internazionale.
Guerra e restrizioni
Anche le sanzioni imposte dall’Unione Europea contro la Russia svolgono un ruolo importante. La Russia ha già minacciato misure di ritorsione, che potrebbero avere conseguenze irreversibili.
La presenza di clienti russi è storicamente significativa per molte fiere. Le recenti restrizioni ai trasporti dalla Russia ai paesi europei avranno un impatto sul panorama degli eventi italiani. Organizzatori ed espositori potrebbero perdere l’accesso a importanti acquirenti, con possibili conseguenze economiche a lungo termine.
Ad esempio, a marzo, durante la Fiera di Milano-Rho, quattro grandi eventi – Micam, Mipel, The One e Homi – hanno già dovuto affrontare questo problema. Nonostante un totale di 30.000 visitatori in cinque giorni, molti espositori dipendono fortemente dai mercati dell’ex Unione Sovietica. Sostituire acquirenti di questo calibro è praticamente impossibile e l’interesse all’acquisto si scontra spesso con la mancanza di canali validi.
Conclusioni
Proprio mentre il settore si stava riprendendo dalla pandemia di COVID-19, emergono nuove sfide. Gli organizzatori di eventi devono ripensare a come gestire gli eventi in queste condizioni.
Sebbene le prospettive positive a breve termine siano poche, questa situazione offre opportunità per:
- Rivedi la tua base clienti e fornisci servizi più personalizzati
- Rafforzare il senso di comunità con i partecipanti
- Esplora soluzioni ecosostenibili per ridurre i consumi energetici elevati
Adattandosi strategicamente, è possibile trasformare queste sfide in opportunità di innovazione e resilienza a lungo termine nel settore degli eventi.







